La maggior parte di aziende, enti, esercizi commerciali, istituzioni oggi sul WEB fa pubblicità.
Cioè mette al centro il proprio prodotto, servizio, bene … provandolo a proporre in tutti i modi ad un pubblico spesso non troppo selezionato e poco propenso ad ascoltare.
E’ un vizio ricorrente in cui tutti noi molto spesso ricadiamo.
Pensiamo che per convincere qualcuno dobbiamo propinargli in continuazione dei messaggi che abbiano il focus su quello che facciamo, vendiamo o proponiamo (a seconda dei casi).
Facciamo un esempio?
Non so se ti è mai capitato di fare questo esercizio durante alcuni corsi che avrai frequentato.
Te lo esemplifico come Leonardo Di Caprio lo ha proposto ai suoi discenti in “The Wolf of Wall Street”.
Lo faccio fare anche io ultimamente.
Perchè è un modo davvero efficace per dimostrare a noi stessi che sbagliamo focus.
Pensiamo di convincere qualcuno mettendo al centro la cosa sbagliata.
Proviamo ad individuare “il bisogno”.
Parliamo di quello. Studiamo quello.
Questa è la piramide di Maslow dei bisogni pubblicata nel libro Motivation and Personality del 1954.
La scala dei bisogni è suddivisa in cinque differenti livelli: dai più elementari (necessari alla sopravvivenza dell’individuo) ai più complessi (di carattere sociale). L’individuo si realizza passando per i vari stadi, i quali devono essere soddisfatti in modo progressivo.
Il professor Philip Kotler spiega:
“Un bisogno si manifesta quando una necessità di base per la vita umana non è soddisfatta. La gente ha bisogno di cibo, abbigliamento, riparo, sicurezza, appartenenza, stima ed altre cose necessarie alla sopravvivenza. Questi bisogni non sono creati dalla società o dagli operatori di mercato: essi sono radicati nella natura e nella condizione umana.”
ed ancora:
“Il punto di partenza della disciplina del marketing è costituito dai bisogni e dai desideri umani.”
L’altro giorno leggevo un articolo sul blog di Skande che mi ha fatto riflettere: viene riportata una mappa degli obiettivi che dobbiamo evidenziare se vogliamo essere comunicare in modo efficace, pubblicata in precedenza da Harvard Business Review.
Sarebbe giunto il momento di fare qualcosa di diverso che una pubblicità, non ti pare?
Eppure perché non tutti ne comprendono l’importanza?
Me lo sono chiesto e sono arrivato ad individuare alcuni freni:
– paura/timore
– non consapevolezza
– pigrizia
Si ha paura (o forse solo timore) di non arrivare all’obiettivo perché si ha in testa che serva la pubblicità per vendere/convincere qualcuno. Crediamo che solo tediando il prossimo ai ottengano dei risultati.
Non si ha forse la consapevolezza di tutto questo o forse costa troppa fatica (lo capisco, di sforzi bisogna farne) ragionare e sforzarsi di creare strategie, contenuti… in fin dei conti uno spot magari commissionato a qualcuno sembra la soluzione più facile o imprescindibile, no?
Non voglio offendere nessuno, ci mancherebbe.
Ci sono passato anche io.
E ho sbagliato sulla mia pelle.