L’impatto della disinformazione è diventato un fenomeno strutturato e intenzionale.
Non si tratta solo di fake news isolate, ma di vere e proprie “macchine” create per influenzare l’opinione pubblica su larga scala.
In questo articolo vedremo come la disinformazione si sia evoluta fino a diventare un’industria, con strumenti sofisticati, obiettivi economici e politici, e una rete di distribuzione capillare.
Il Triangolo delle Fake News: Struttura e Dinamiche
Il modello del “Fake News Triangle” esaminato nel rapporto “The Fake News Machine: How Propagandists Abuse the Internet and Manipulate the Public” pubblicato da Trendmicro,
rappresenta le tre componenti chiave che alimentano la diffusione della disinformazione:
Strumenti e Servizi
Oggi è possibile acquistare veri e propri pacchetti per creare notizie false, incrementare i follower o manipolare i commenti sui social media. Il documento di TrendLabs evidenzia come i mercati digitali, specialmente nell’underground del web, offrano soluzioni a basso costo per la creazione e distribuzione di contenuti falsi, rendendo economicamente sostenibile l’uso di bot e account falsi.
Social Media come canale di diffusione
I social media rappresentano un ambiente perfetto per la diffusione virale delle fake news, una caratteristica intrinseca alle piattaforme stesse. Queste piattaforme sono infatti progettate per massimizzare la visibilità e l’engagement dei contenuti, sfruttando algoritmi che premiano le interazioni, indipendentemente dall’accuratezza del contenuto condiviso. Questo crea un terreno fertile per le fake news, che puntano a catturare l’attenzione degli utenti facendo leva su titoli sensazionalistici e su immagini d’impatto.
Secondo il Reuters Institute Digital News Report 2024, il 40% degli intervistati ha segnalato i social media, in particolare Facebook, come principale fonte di disinformazione, evidenziando come le piattaforme digitali possano rapidamente amplificare contenuti non verificati e, molti utenti sono spinti a condividere fake news a causa di bias cognitivi come il bias di conferma, che porta le persone a cercare informazioni che confermino le loro convinzioni preesistenti. Se una notizia falsa si allinea con le credenze di un individuo, aumenta notevolmente la probabilità che venga condivisa senza una verifica preventiva. Il Reuters Institute ha anche osservato che il coinvolgimento emotivo gioca un ruolo fondamentale, poiché contenuti che suscitano reazioni forti, come indignazione o paura, circolano più rapidamente sui social, grazie alla spinta emotiva che spesso impedisce una riflessione critica.
L’effetto “eco-chamber” delle reti sociali amplifica ulteriormente il problema, poiché gli utenti tendono a interagire con persone che condividono le stesse opinioni, creando bolle in cui le fake news si propagano senza incontrare contraddizioni. In queste bolle, le notizie false non solo trovano terreno fertile, ma si rinforzano e acquistano credibilità, spingendo sempre più utenti a condividerle e diffonderle in rete.
Questa dinamica di condivisione continua e di validazione reciproca trasforma i social media in veri e propri acceleratori di disinformazione, in cui le fake news possono raggiungere milioni di persone in poche ore, amplificandone l’impatto e contribuendo alla creazione di una percezione distorta della realtà.
Motivazioni
Non tutte le fake news nascono per motivi politici; molte sono create per monetizzare l’attenzione degli utenti. Le motivazioni dietro la disinformazione online si dividono principalmente in due grandi categorie: propaganda e interesse economico.
- Motivi Politici: Secondo il secondo rapporto sul Foreign Information Manipulation and Interference (FIMI) pubblicato dal Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS), la manipolazione informativa è una strategia sempre più adottata da attori statali e non statali per influenzare l’opinione pubblica e interferire in questioni di interesse internazionale. Questo rapporto evidenzia come le fake news vengano spesso diffuse per destabilizzare governi, influenzare elezioni e alterare l’opinione pubblica su temi cruciali come la politica estera, la sicurezza e l’immigrazione. L’utilizzo strategico delle fake news per scopi politici punta a creare divisioni interne e a minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni, approfittando dei bias cognitivi e della tendenza degli utenti a condividere contenuti emotivamente coinvolgenti.
- Interesse Economico: Oltre agli scopi politici, la disinformazione viene spesso sfruttata per guadagnare denaro. Qui, i creatori di fake news mirano a generare traffico su siti web che monetizzano l’attenzione degli utenti attraverso pubblicità. È un meccanismo particolarmente vantaggioso per chi si avvale di tecniche come il clickbait o di articoli sensazionalistici, che spingono gli utenti a cliccare, incrementando così le entrate pubblicitarie. Spesso, questi contenuti sono sviluppati attraverso network di account falsi e bot, che aumentano artificialmente il traffico e la visibilità sui social media, rendendo la strategia altamente scalabile ed economicamente redditizia.
Strategie per contrastare la Macchina delle Fake News
Contrastare la disinformazione richiede un impegno condiviso tra utenti e piattaforme.
Le tecnologie di fact-checking e l’educazione digitale sono strumenti essenziali per affrontare questa sfida.
Ecco alcuni suggerimenti pratici:
- Verifica delle Fonti
Prima di condividere una notizia, controlla sempre l’origine. Evita fonti poco affidabili e preferisci siti con una solida reputazione. - Occhio al Sensazionalismo
I titoli clickbait sono spesso usati per attirare attenzione su contenuti ingannevoli. Allenarsi a riconoscerli è fondamentale per ridurre la diffusione di fake news. Inoltre, leggere l’articolo per intero permette di valutare il contenuto nel suo complesso, riducendo il rischio di cadere nelle trappole della disinformazione. - Esaminare l’Affidabilità delle Immagini e dei Link
Le immagini possono essere modificate o usate fuori contesto. Utilizzare strumenti di ricerca inversa per verificarne l’autenticità e controllare attentamente i link e le fonti citate. - Uscire dalla “Bolla di Filtri”
Ampliare le proprie fonti di informazione è essenziale. Leggere notizie da una varietà di fonti, anche quelle che non confermano le proprie opinioni, aiuta a sviluppare una visione più equilibrata e critica. - Data di Pubblicazione
L’assenza di una data di pubblicazione può indicare che il contenuto non è attuale o affidabile. Controlla sempre la data anche quando c’è perché potrebbero diffondersi notizie che potevano anche essere vere al momento della pubblicazione, ma che non sono più attuali. - Mancanza di Autore e Fonti
Le fake news spesso non citano l’autore dell’articolo o le fonti delle informazioni. Questo rende difficile verificare l’affidabilità del contenuto.
Per una panoramica più completa su come proteggersi dalle bufale, puoi leggere il mio articolo su come difendersi dalle bufale online, in cui esploro questi aspetti con maggiore dettaglio.
Inoltre, ecco accorgimenti specifici per contrastare la diffusione delle fake news:
- Diffidenza verso le Fonti Non Ufficiali
Alcuni siti web o account social non sono affatto verificati. Abituarsi a distinguere i portali affidabili dai cosiddetti “siti spazzatura” è un primo passo per prevenire la disinformazione. - Valutare l’Obiettivo della Notizia
Ogni contenuto ha un’intenzione. Riflettere sul perché un’informazione è stata pubblicata (es. manipolare opinioni o generare traffico) può aiutare a riconoscere eventuali fake news. - Educazione Digitale Continua
Coltivare competenze digitali è essenziale per sviluppare un occhio critico rispetto ai contenuti che troviamo online. Formarsi sull’uso delle tecnologie di fact-checking e familiarizzarsi con strumenti di verifica può potenziare la nostra capacità di navigare in modo sicuro.
Le piattaforme da parte loro dovranno adottare politiche più stringenti contro i contenuti manipolatori e promuovere la trasparenza degli algoritmi che regolano la visibilità dei post.
Abbiamo visto, dunque, come il contrasto alle fake news richieda una combinazione di responsabilità personale e intervento delle piattaforme digitali.
Attraverso l’educazione e la consapevolezza, possiamo contribuire a limitare la diffusione di informazioni false e a proteggere l’integrità dell’informazione online.
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