Un cliente, qualche giorno fa, mi ha fatto riflettere su un aspetto relativo alla comunicazione di molte aziende e professionisti:
“Francesco, ma su tutti i siti web si legge quanto le persone (o aziende) in questione siano brave, quasi sfiorando la perfezione. Che senso ha e come ci si fa a distinguere online?“
Questa domanda (a parte dimostrare molto acume da parte del mio cliente) racchiude in sé delle verità assolute che cerco di trasmettere nei miei corsi di digital marketing.
La differenza non la fa una pagina istituzionale o formule che utilizzano tutti e che sono, quindi, inutili.
La differenza la facciamo NOI.
La facciamo puntando non sulle nostre perfezioni (che nessuno sia perfetto lo sappiamo tutti), né sui nostri difetti, ma su tutto ciò che può far emergere la nostra credibilità come persone.
Siamo credibili non quando mostriamo le medaglie che abbiamo acquisito (come il cane Muttley delle Wacky Races di Hanna e Barbera… e se sei un boomer come me sai di che cosa sto parlando).
Dobbiamo cercare di far percepire la nostra professionalità e le nostre capacità in modo naturale, senza artifizi.
Come dimostrare le nostre capacità
Innanzitutto, proviamo a metterci nei panni dei nostri potenziali clienti.
Se troviamo un linguaggio che comunica davvero con loro senza passare dalle formule del “giovane e dinamico”, del “leader di mercato” o dei “servizi a 360 gradi”, ma raccontando il nostro essere più vero già facciamo un ottimo passo avanti.
In secondo luogo abbiamo una freccia favolosa al nostro arco: i contenuti.
Grazie alla nostra competenza possiamo scrivere articoli di blog, realizzare video, registrare podcast, pubblicare infografiche, per esempio.
Un sito web asettico e che non comunica, per rispondere al mio cliente, non è lo strumento adatto a questo scopo. Bisogna farlo diventare “comunicativo” e funzionale.
Bisogna accostare a questo una strategia di personal branding corretta, in modo che siano gli aspetti più giusti a parlare per noi (e di noi).
Perché qualcuno dovrebbe sceglierci?
Le scelte sono sempre condizionate da qualche aspetto che ha a che fare con i nostri processi mentali.
Se ci pensi bene, quando hai scelto un tuo fornitore hai valutato con particolare attenzione la o le persone che si sono presentate a te e con le quali hai iniziato un dialogo, oppure hai ascoltato/osservato ciò che queste persone ti stavano comunicando in vari modi.
Per farci scegliere c’è bisogno che andiamo là fuori non mettendo al centro il prodotto/servizio ma la nostra persona, perché sarà questa a fare la (vera) differenza.
Buttando fuori il nostro punto di vista, i nostri perché, i nostri valori ci contraddistinguiamo.
Non piaceremo a tutti (evviva!) ma sarà solamente in questo modo (divisivo) che ci “porteremo a casa” l’attenzione da parte delle persone più giuste per noi.
Ecco perchè sentirai più volte dire che dobbiamo “umanizzare il brand”, metterci la faccia.
L’omologazione non crea fiducia.