La formazione
Mi capita troppo spesso di sentire luoghi comuni presi come opinione di riferimento e costruzione del proprio pensiero.
Ed è un meccanismo davvero semplice in cui ricadere.
“Lo dicono tutti” non dimostra affatto che ciò che dicono sia credibile o significativo. Né ci può dare certezza che un’affermazione venga da una “fonte autorevole” o da una “persona esperta”. Spesso i cosiddetti “esperti” non sanno di che cosa stanno parlando. E ci possono essere affermazioni sballate anche nei testi considerati più “seri” (spesso perché qualcuno ha copiato da qualcun altro senza verificare se l’autore fosse credibile su quell’argomento). Fonte: Giancarlo Livraghi – Gandalf.it
Eli Pariser descrive il fenomeno dei “filtri bolla”: un’isola di sole notizie gradevoli, o comunque attinenti ai nostri interessi e conformi alle nostre convinzioni, che lascia sempre meno spazio a punti di vista diversi e a incontri inaspettati, restringendo il libero scambio delle idee, facendoci credere che la realtà sia altra.
Non so se la superficialità sia una logica conseguenza di questo o di altri fenomeni, so solo che parlare senza cognizione di causa è un vizio molto comune.
Quando “ignoro” la questione sono solito tacere.
Forse per questo mi provoca fastidio, sui temi in cui credo di avere competenza, sentire apocalittiche e/o distorte versioni della realtà
Ma (ancora peggio) malcelo profondo sconcerto nell’essere costretto talvolta sul lavoro a dare spazio (o assecondare) opinioni alquanto superficiali e frutto di mera arroganza.
C’è una soluzione a tutto questo?
Per me sì ed è la FORMAZIONE.
Prendiamo ad esempio il mondo del digital.
Basta prendere coscienza di alcuni meccanismi e formarsi un minimo per smetterla di gridare “al lupo al lupo” come quel “giovane pastore burlone” che Esopo ci ha raccontato nella sua favola.
E acquisire la giusta consapevolezza, che approfondita potrebbe anche diventare competenza.
Formasi rischia di essere davvero la ricetta per i mali del nostro tempo.
Trovare il tempo e la motivazione per accrescere le proprie conoscenze risulta determinante per valutare correttamente l’evoluzione dei processi di cambiamento.
La formazione è alla base dello sviluppo della persona e della società, e questo non vale solo per le giovani generazioni.
Ciascuno di noi è chiamato a farlo nel suo campo.
Trovo sia la soluzione per affrontare i cambiamenti che l’evoluzione tecnologica, ad esempio, ci mette di fronte.
Nel lavoro ad esempio.
C’è bisogno di formare i nuovi ed i vecchi dirigenti, la necessità è impellente altrimenti davvero gli apocalittici avranno ragione nel pensare che uno tsunami ci travolgerà perchè ci troverà impreparati.
Ma ricordiamoci che lo tsunami è già in atto e se non ce ne accorgiamo vuol dire che ci stiamo preparando ad essere sconfitti.
Date un luogo comune a un fanatico e ne farà un dogma.
(Roberto Gervaso)