La domanda è un po’ furbetta, lo ammetto.
Indica due macro-temi enormi che non è possibile risolvere in un articolo snello e rapido, come vogliono essere questi del mio blog.
Se la cosa interessa poi potremo fare i dovuti approfondimenti (per il 2019 ho in progetto alcune novità), tuttavia cercherò ora in poche righe di sgombrare il campo da dubbi o inesattezze.
La distinzione immediata da fare è questa.
Il comunicato stampa è uno strumento di comunicazione da dare in pasto ai media ed è un mezzo efficace che viene utilizzato. Ma la conditio sine qua non di un comunicato stampa è essere in possesso di una NOTIZIA.
Se si ha una notizia (un contenuto notiziabile, almeno) allora ha senso ed efficacia comunicarlo ai media (magari locali) per far sì che si possa poi essere pubblicati o diventare oggetto di approfondimento giornalistico.
Un post su un social ha ben altro scopo e caratteristica.
Chiariamo questo: sei un‘associazione che vive in qualche modo di notizie tue e che sei in grado di produrne/averne a ripetizione come (o quasi) un media?
La tua community è interessata realmente a notizie da te?
Allora può avere un senso utilizzare dei post per pubblicarne.
Magari usare Twitter (sto esemplificando) come strumento principe se identifichiamo lì la nostra potenziale utenza.
Ma se non rientriamo in questa casistica allora facciamo attenzione.
I frequentatori dei social da noi (associazione) non si aspettano notizie che potrebbero leggere dal Corriere, ma bensì contenuti interessanti, coinvolgenti, utili o che li emozionino.
Abbiamo una storia coinvolgente da raccontare? Possiamo aiutare in qualche modo i nostri utenti? Ricordiamoci che una delle leve che fa breccia nello spirito solidaristico degli utenti (oltre all’emotività) è anche il sentirsi bene ed appagati personalmente.
Su questo ultimo tema guarda lo speech di Rudy Bandiera al TEDx a Bologna:
Tornando a noi, le casistiche possono essere tantissime e dipendono da talmente tanti fattori che non è possibile generalizzare o creare delle regole o le formule magiche di successo garantito.
Quello che fa la differenza è la strategia a monte, la nostra capacità di analisi e la competenza nel sapere come indirizzare il flusso di contenuti, conoscendo il target a cui ci rivolgiamo e gli strumenti più idonei per raggiungerlo.
Ok?
Diffidiamo da chi ha soluzioni valide per tutti senza conoscere in profondità il caso o la questione.
La risposta per chi (ad esempio durante i corsi mi capita) chiede in due minuti una consulenza su un tema ampio è sempre la stessa: dipende.
Un consiglio non lo si nega a nessuno ma non è serio nè professionale pontificare senza conoscere ambiente, audience, contenuti…. vale per tutti!