Il concetto di reputazione è un cardine per quanto riguarda la comunicazione.
Un pilastro da cui partire.
Così, quando ho sentito da una professionista pronunciare la frase “Dimmi cosa pubblichi e ti dirò chi sei e di cosa ti occupi” durante un webinar, ho subito ripreso questa perla di saggezza di Maria Letizia Russo per uno dei “meme” sulla mia pagina Facebook in cui cerco di offrire alcuni spunti sulla reputazione.
Questa frase in effetti contiene una duplice verità:
- i contenuti che pubblichiamo parlano per noi (e quindi facciamo molta attenzione a cosa postiamo)
- ciò che scriviamo parla di noi e parla per noi
Se sul primo aspetto ho cercato di farti riflettere in altre occasioni, vorrei porre l’accento sulla seconda accezione (che ovviamente è intrinsecamente legata all’altra).
Da ciò che pubblichiamo (che sia testo, immagine, audio, video o una combinazione di essi) gli altri infatti si fanno un’opinione di noi.
Quindi anche senza leggere la nostra “bio” (chiamiamola così perché cambia da piattaforma a piattaforma) le persone che incrociano un nostro contenuto avranno modo di capire ad esempio che professione svolgiamo, cosa ci appassiona, di cosa siamo esperti.
Beh, è pur vero che accade non di rado che alcune persone si spaccino per tuttologi o per esperti di un settore basandosi solamente su loro supposizioni, credenze, luoghi comuni, percezioni errate della realtà…. ma lasciando perdere questa fenomenologia, accade davvero che ad esempio su LinkedIn ciò che pubblichiamo parli di noi e del nostro essere, oltre che del nostro modo di essere.
Il tono, l’utilizzo di alcuni vocaboli rispetto ad altri, la terminologia … farà sì che il lettore proietti nella sua mente un’immagine di noi.
Se, come sostiene Oscar Wilde “non c’è una seconda occasione per fare una buona prima impressione” bisogna che poniamo molta attenzione.
Il tutto, certamente, dipende da:
- il nostro obiettivo/scopo
- la piattaforma che utilizziamo per lo scopo che ci siamo dati
Come capirai, se sei sul tuo profilo personale di Facebook e ti poni come obiettivo con un post di condividere un brano musicale che ti appassiona, la riflessione che sto compiendo non fa per te in quella determinata circostanza.
Ma se ad esempio scrivi un post su LinkedIn (do per scontato che il tuo essere lì sopra significhi che hai come obiettivo comunque un qualcosa legato alla tua professione) le persone che non ti conoscono, cosa presumono di te?
Fatti questa domanda, ogni tanto.
Può fare la differenza.
Se ti abitui a scrivere non dando per scontato che chiunque sappia chi sei, oppure cercando di “compiacere” qualche algoritmo o cercando trucchetti/stratagemmi … sicuramente sortirai un altro effetto sulle persone.
Quando scriviamo per gli altri, gli altri se ne accorgono!