Scrivere un blog di successo per oltre dieci anni e poi capire che è giunta la fine. Mi ha colpito moltissimo la scelta di Linus che qualche giorno fa ha pubblicamente chiuso il suo prodotto editoriale.
“Quello del blog era un impegno importante, gratificante nove volte su dieci, molto bello ma alla fine molto faticoso”, così dice il deejay più famoso d’Italia in un’intervista a Repubblica e il tema della fatica mi è molto caro perchè lo ritengo uno snodo importante per la vita lavorativa di tutti noi.
Uno dei teoremi di Rudy Bandiera per capire e vivere i social network cita testualmente:
“l’efficacia di un’azione dipende sempre dalla fatica che richiede la stessa. Più fai fatica più quello che fai è efficace. Quando ti chiedi: meglio questo, o meglio questo? sappi che è sempre meglio quello più faticoso”.
Sarà retorico e inutile dirlo ma sperimentiamo ogni giorno la pigrizia nostra o altrui che spinge a percorrere la strada più veloce e meno impegnativa che porta ad un risultato magari mediocre ma che costa meno sudore.
Debbo dire che a me questo trend ha stancato e stanca moltissimo.
E’ vero ho la fortuna di fare un lavoro che mi piace e questo è un aspetto psicologico da non sottovalutare. Tuttavia la tendenza a non approfondire o davvero fare le cose male o in fretta pensando poi di “fare i furbi” è uno status che riscontro spesso e in cui spero di non ricadere mai più.
Questo in primis l’atteggiamento mentale. Poi si tratta di fare delle scelte e come dice Rudy stiamo ben certi che quella giusta è la più complessa. Forse lo cita anche una legge del famoso Murphy in ottemperanza alla generica”Anything that can go wrong will go wrong” .
Quando ci sforziamo e compiamo azioni complicate per raggiungere lo scopo è anche vero che lo scopo stesso ci sembra raggiunto con più soddisfazione.
Proviamo ad immaginarci in una valle montana. E un rifugio che si può raggiungere con una seggiovia o con un sentiero. Proviamo ad arrivare alla meta in entrambi i modi e cerchiamo di capire le differenze.
Al pigro che è in me piacerebbe tantissimo prendere la seggiovia, e appollaiarsi nel primo sdraio al rifugio sorseggiando una bella “radler” ed un libro avvincente da leggere.
Tuttavia scegliendo il mezzo comodo in realtà mi sono perso un’occasione di movimento fisico, di ossigenazione, non ho assaporato profumi e ammirato panorami diversi durante la strada, ho perso magari l’occasione di camminare insieme a qualcun altro condividendo pensieri o anche la fatica e penso proprio che raggiungendo lo stesso rifugio e sorseggiando la stessa “radler” la soddisfazione ed il gusto siano a quel punto ben diversi. Mi sono perso un pezzo di strada, che non ho vissuto e che non mi ha regalato le stesse emozioni.
Ma non ne faccio solo una questione di fisicità o meno.
E’ il percorso impervio e la fatica che tante volte fanno schiarire le idee o ci riposizionano.
La tendenza a pensare che la comunicazione via web sia facile e a costo zero è un assoluto che si sente dire tante volte.
“Facebook è gratis, non c’è bisogno di investire in esperti, lo faccio io a tempo perso.”, queste le frasi che tanti facevano prima di capire lo strumento efficace di marketing Facebook e prima di scoprirne alcuni meandri.
Invece per lavorare e rendere efficaci le nostre azioni c’è bisogno di prendere una strada anche in salita, piena di curve, ma anche di facili discese talvolta. Con l’allenamento poi queste strade ci sembreranno sempre meno ripide e sempre più brevi, ma saremo noi, il nostro fiato e le nostre gambe ad essere maturati, non il percorso che se lo andiamo a verificare è rimasto assolutamente immutato.
Conta solo il cammino, perché solo lui è duraturo e non lo scopo, che risulta essere soltanto l’illusione del viaggio.
(Antoine de Saint-Exupery)