Hai mai usato ChatGPT o un altro strumento di Intelligenza Artificiale generativa (AI) e notato risposte apparentemente sensate ma completamente sbagliate?

Oppure ti sei chiesto come mai certe risposte riflettono pregiudizi o errori di interpretazione?

Se sei scettico/a nei confronti di questi strumenti e stai cercando informazioni, questi aspetti potrebbero aiutarti ad un approccio più consapevole.

I fenomeni di cui parlerò sono noti come “allucinazioni” e “bias” dell’AI e sono problemi molto discussi nel mondo della tecnologia e del digital marketing.

Per comprendere questi fenomeni, dobbiamo prima parlare dei modelli di linguaggio di grandi dimensioni detti LLM (Large Language Models).

Si tratta di algoritmi di intelligenza artificiale addestrati su enormi quantità di testo per generare risposte a domande, dialogare con gli utenti e produrre contenuti scritti. ChatGPT, ad esempio, è un LLM basato su questo tipo di tecnologia. Tuttavia, come ogni sistema complesso, presenta alcune limitazioni.

Le allucinazioni si verificano quando un’AI come ChatGPT genera informazioni false o non corroborate dai dati su cui è stata addestrata.

I bias, invece, sono pregiudizi che possono emergere nei risultati dell’AI a causa dei dati o dei modelli utilizzati per il suo addestramento. Vediamo insieme cosa significano questi termini e perché rappresentano un problema.

Cosa sono le allucinazioni nell’AI?

Le allucinazioni nell’AI avvengono quando i modelli generano risposte che sembrano plausibili ma che in realtà non hanno alcun fondamento reale. Questo succede perché i modelli di linguaggio di grandi dimensioni, come ChatGPT, non ragionano come gli esseri umani, ma elaborano probabilità basate sui dati di addestramento.

Se l’AI non è aggiornata su quell’informazione o non ha i dati corretti, potrebbe comunque fornirti una risposta convincente ma totalmente inventata.

Questo è un esempio di allucinazione: la risposta sembra corretta ma è completamente errata.

Cosa sono i bias nell’AI?

I bias, invece, sono pregiudizi sistematici che si riflettono nelle risposte generate dall’AI.
Questi bias possono emergere a causa dei dati su cui l’AI è stata addestrata. Se i dati utilizzati contengono pregiudizi culturali, sociali o storici, l’AI potrebbe rifletterli nelle sue risposte.

Ad esempio, un’AI addestrata su dati storici potrebbe riflettere stereotipi di genere o razziali. Un esempio concreto potrebbe essere una richiesta di suggerimento di professioni “per uomini” o “per donne,” in cui l’AI potrebbe perpetuare stereotipi professionali basati sul genere.

Come prevenire le allucinazioni e i bias?

Utenti: Come riconoscere e mitigare gli errori

Per noi utenti, il primo passo per evitare di cadere vittime di allucinazioni o bias è mantenere un approccio critico alle risposte dell’AI.

È essenziale:

  • Verificare le informazioni con fonti esterne.
  • Evitare di affidarsi ciecamente alle risposte dell’AI su argomenti delicati o complessi.
  • Usare ChatGPT per avere un primo approccio o una bozza, ma non come fonte finale di verità.

Sviluppatori: Come migliorare i modelli AI

Gli sviluppatori, d’altra parte, stanno già lavorando per ridurre l’impatto delle allucinazioni e dei bias. Tra le soluzioni adottate troviamo:

  • Migliorare i dataset di addestramento: I modelli di AI devono essere addestrati su dati più equilibrati e rappresentativi per ridurre il rischio di bias.
  • Aggiornare continuamente i modelli: Mantenere aggiornati i dati utilizzati per l’addestramento è essenziale per evitare la generazione di informazioni obsolete.
  • Utilizzare sistemi di feedback: Gli utenti possono segnalare risposte errate o inappropriate, migliorando così l’accuratezza dei futuri modelli.

L’importanza di un uso consapevole dell’AI

Nonostante i progressi, è chiaro che le AI come ChatGPT non sono perfette. Ma con un utilizzo consapevole e responsabile, sia da parte degli utenti che degli sviluppatori, possiamo ridurre gli effetti negativi delle allucinazioni e dei bias e sfruttare al meglio queste tecnologie.

L’intelligenza artificiale è uno strumento potente, ma come ogni tecnologia, richiede comprensione e attenzione per essere utilizzata al meglio. Come ho già sottolineato in un mio precedente articolo, Intelligenza artificiale e ChatGPT: cosa sta accadendo, è fondamentale riconoscere che il vero valore della tecnologia non risiede solo nel suo potenziale innovativo, ma nella nostra capacità di gestirla e utilizzarla in modo etico e consapevole.

Se sei interessato/a a scoprire di più sul mondo dell’AI e su come può essere applicata nel tuo lavoro o progetto, segui il mio blog e iscriviti alla mia newsletter su LinkedIn: esploro e racconto di soluzioni innovative per integrare con consapevolezza l’intelligenza artificiale nelle tue attività quotidiane.