Il crescente interesse per il benessere digitale ci spinge a esplorare come le interazioni online influenzino la nostra mente.
Tra i vari fenomeni, l’effetto dopamina gioca un ruolo cruciale. Originariamente scoperta per il suo ruolo nel sistema di ricompensa del cervello, la dopamina può trasformare l’uso dei social media in un’abitudine compulsiva.
Vediamo come.
Meccanismo dell’effetto dopamina
La scoperta della dopamina come neurotrasmettitore nel 1957 da Arvid Carlsson ha rivelato il suo cruciale ruolo nel sistema di ricompensa del cervello.
Questa rivelazione, che gli ha valso il Premio Nobel per la Medicina nel 2000, ha aperto la strada alla comprensione del suo ruolo nei meccanismi cerebrali.
La dopamina, nota come il “neurotrasmettitore del piacere“, è fondamentale per il sistema di ricompensa e motivazione del nostro cervello. Questa sostanza chimica non solo intensifica la percezione del piacere (appunto), ma spinge anche verso l’azione in risposta a stimoli che promettono gratificazione, svolgendo un ruolo vitale per la nostra sopravvivenza. Oltre a ciò, influisce su movimento, memoria e attenzione, ampliando significativamente il suo impatto sulle funzioni cerebrali.
L’effetto dopamina viene sfruttato dagli algoritmi di piattaforme online per aumentare l’engagement dell’utente. Ci concentreremo su questo aspetto.
Ogni volta, infatti, che riceviamo una notifica, come un like o un commento, il nostro cervello rilascia piccole quantità di dopamina, generando una sensazione di piacere e soddisfazione.
Questo fenomeno ha importanti implicazioni per la nostra salute mentale e il benessere, dato che l’eccesso di stimolazione dopaminergica può portare alla soppressione delle attività in altre aree del cervello responsabili della regolazione dell’umore e dell’autocontrollo.
Dopamine Driven Feedback Loop
Il ciclo di feedback basato sulla dopamina è un fenomeno psicologico che si verifica quando le azioni che portano alla gratificazione o al piacere causano il rilascio di dopamina, il che incita a ripetere quelle stesse azioni.
Nel contesto dei social media, questo ciclo è particolarmente evidente e potente.
Ecco come funziona:
- Stimolo: l’utente riceve una notifica (ad esempio, un like o un commento) sui social media, che funge da stimolo iniziale.
- Risposta dopaminergica: la notifica causa il rilascio di dopamina nel cervello, generando una sensazione di piacere.
- Rinforzo positivo: il piacere associato alla notifica spinge l’utente a continuare l’interazione con la piattaforma, postando più contenuti, controllando frequentemente le notifiche, o partecipando attivamente nei social.
- Ripetizione del comportamento: la ripetizione di questo ciclo rafforza il comportamento, rendendolo parte della routine dell’utente.
- Implicazioni: questo ciclo di feedback è estremamente potente perché sfrutta meccanismi biologici fondamentali legati alla ricompensa e al piacere. Di conseguenza, gli utenti possono sviluppare una sorta di “dipendenza” dai social media, dove il desiderio di nuove notifiche e interazioni diventa un impulso continuo.
- Impatto a lungo termine: la dipendenza da questo ciclo di feedback dopaminergico può portare a numerose conseguenze psicologiche, come ansia, depressione e disturbi dell’attenzione, poiché l’utente diventa sempre più dipendente dalle gratificazioni immediate fornite dai social media.
Guardando il docu film “The Social Dilemma” osserviamo come Chamath Palihapitiya, ex responsabile della crescita di Facebook abbia sorprendentemente dichiarato: “Volevamo capire come manipolarti il più rapidamente possibile e poi darti una botta di dopamina. L’abbiamo fatto magistralmente in Facebook”.
La testata Wired riporta anche altre voci come quelle di Sean Parker, fondatore di Napster ed ex presidente di Facebook: “È esattamente il genere di cose a cui penserebbe un hacker come me, perché si sfrutta una fragilità della psicologia umana. Penso che noi – inventori e creatori: io, Mark (Zuckerberg), Kevin Systrom di Instagram, tutte queste persone – l’abbiamo capito consapevolmente e l’abbiamo fatto lo stesso”.
Impatto psicologico e sociale
Il ciclo di feedback basato sulla dopamina non è solo un meccanismo biochimico innocuo: ha implicazioni profonde e a volte preoccupanti per la salute mentale e il nostro benessere sociale.
Questi effetti sono esacerbati dall’uso pervasivo dei social media, che sfruttano questo ciclo, come abbiamo visto, per massimizzare l’engagement degli utenti.
Effetti psicologici
La ricerca scientifica ha mostrato che il rilascio di dopamina, sebbene gratificante a breve termine, può portare a conseguenze a lungo termine come la dipendenza.
Gli utenti possono sviluppare una dipendenza comportamentale dai social media simile a quella osservata nei disturbi legati all’uso di sostanze.
Questo ciclo può anche contribuire negativamente a condizioni come ansia e depressione, in particolare quando gli individui valutano il proprio valore sociale basandosi sulle reazioni ai loro post sui social media.
Il design degli algoritmi dei social media, come abbiamo visto, spinge gli utenti a cercare incessantemente quella “dopamina digitale” attraverso interazioni continue, che possono sfociare in un utilizzo compulsivo e poco salutare delle piattaforme.
Effetti sociali
A livello sociale, l’eccessiva dipendenza dai social media può portare a una riduzione delle interazioni faccia a faccia, con un impatto negativo sulle relazioni interpersonali.
La “ricompensa” dopaminergica dei like e dei commenti può diventare più desiderabile delle connessioni reali, portando a un isolamento sociale che contrasta con la natura intrinsecamente sociale dell’essere umano.
Inoltre, la costante ricerca di approvazione online può aumentare il sentimento di solitudine e insoddisfazione nei confronti della propria vita reale, alimentando ulteriormente il ciclo di dipendenza.
Rischi associati
L’esposizione a stress e trauma può modificare i livelli di dopamina nel cervello, rendendo alcune persone particolarmente vulnerabili agli effetti della dopamina.
In contesti di stress cronico o trauma passato, il rilascio di dopamina legato all’uso dei social media può servire temporaneamente come un sollievo dai sentimenti negativi, spingendo a un utilizzo ancora più intensivo e potenzialmente dannoso dei social media.
Strategie di gestione
L’importanza di comprendere l’impatto del ciclo di feedback dopaminergico sui social media è cruciale per sviluppare strategie efficaci che promuovano un uso più consapevole e sano delle tecnologie digitali.
Educare gli utenti su questi meccanismi e incoraggiare pratiche che supportano il benessere mentale e sociale può aiutare a mitigare gli effetti negativi e promuovere un ambiente digitale più salutare per tutti.
Cosa possiamo fare, noi, nel quotidiano?
Riconoscere il nostro comportamento digitale attuale è il primo passo per gestire la dipendenza dai social media.
- Proviamo a calcolare quanto tempo spendiamo online, segnandoci ogni attività per 24/48 quasi come se tenessimo un registro o utilizzando strumenti (app) ad esempio sul nostro telefono.
- Impostiamo limiti specifici sull’uso della tecnologia, come orari in cui spegnere dispositivi.
- Troviamo delle attività alternative che non richiedano l’uso di tecnologia e creiamo spazi liberi in casa (la camera da letto?), per promuovere un ambiente più rilassato e meno distratto.
- Disattiviamo le notifiche in tempo reale, se proprio non necessarie per il nostro lavoro.
- Scegliamo qualche giornata in cui staccare lo smartphone e dedicare più tempo a interazioni “faccia a faccia”.
Queste azioni possono aiutare a mitigare l’impatto dell’effetto dopamina.
Non è semplice, certo, anzi nel contesto nel quale viviamo tutto questo sembra utopico.
Eppure è possibile.
Libri consigliati
Se desideri approfondire, ci sono diversi libri che trattano della dipendenza digitale e dell’effetto dopamina.
Questi testi offrono sia analisi approfondite sia soluzioni pratiche per gestire meglio le proprie abitudini digitali.
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È fondamentale essere consapevoli dell’impatto che la dopamina può avere sul nostro comportamento online.
Ti invito a riflettere sul tuo utilizzo dei social e ad esplorare ulteriormente questo argomento attraverso i libri che ti ho suggerito.
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