“Il content marketing è un approccio di marketing strategico incentrato sulla creazione e distribuzione di contenuti preziosi, pertinenti e coerenti per attirare e trattenere un pubblico chiaramente definito e, in definitiva, per guidare l’azione proficua dei clienti.” (Content Marketing Institute)
Mi sto concentrando molto sul marketing di contenuti.
Ti ho elencato i vantaggi che puoi avere nell’applicarlo, ho cercato di darti alcuni spunti operativi e ti ho parlato di cosa significhi dare valore ai nostri interlocutori.
Mi soffermo ora sull’approccio che è necessario avere.
Il Content Marketing non è per tutti.
Non perché ci vogliano qualità straordinarie o vi sia fondamentalmente una elite o lobby in cui rientrare o meno.
Non è per tutti perché il requisito fondamentale per poter pensare di fare marketing dei contenuti è possedere una dote: il coraggio.
Ci vuole coraggio per comunicare davvero.
Bisogna innanzitutto essere predisposti al cambiamento, quindi abbandonare logiche che non appartengono a questo mondo e mettersi in discussione. Niente di più difficile.
Dobbiamo rinunciare ai famosi “abbiamo sempre fatto così” e intraprendere una strada che percorre direzioni possibili ma che per uno strano retaggio che ci trasciniamo diventa quasi una “chimera”.
E’ necessario mettersi in gioco in prima persona.
Quindi far cadere le nostre maschere, superare le paure iniziali.
- La repulsione per la propria voce, la fobia della telecamera, l’idiosincrasia per i testi scritti oppure toglierci dalla testa che il marketing lo faccia qualcun altro al nostro posto e che a noi spetti solo il giudizio finale e l’emissione delle fatture.
- Una paura che ti ho già raccontato è anche quella di pensare alla concorrenza come volpi in agguato sul nostro pollaio, in attesa di copiarci e rubarci idee.
Ci vuole coraggio anche per superare questo aspetto, non è scontato.
- Una scusa che ci diamo è la mancanza di tempo, per cui siamo impossibilitati a comportarci diversamente.
Quasi come se chi invece faccia contenuti in realtà sia nullafacente o al contrario non dorma la notte.
Abbiamo paura del tempo forse perché non sappiamo bene come gestirlo e non diamo l’importanza dovuta alla comunicazione, vedendola come un accessorio, non come una opportunità gigantesca che ci faccia sopravvivere e poi magari anche vivere bene.
- Ho sentito tante volte dire “Non fa per me”, “Nel mio settore non funziona”, frasi dette probabilmente per paura di intraprendere il cammino. Superare le diffidenze è come scalare l’Everest, me ne rendo conto.
- Pensare di non avere dei contenuti è infine un’altra delle affermazioni che sento ripetere. Ne ho parlato riferendomi al mondo del Terzo Settore, ma concetti simili sono riportabili anche nel mondo delle aziende e delle professioni.
Certo se guardiamo il dito, non vediamo la luna.
Mi è piaciuto molto questo esempio di Fulvio Julita, ospite del podcast di Barbara Reverberi.
Parlando di un produttore di chiodi diceva che fossilizzandosi solo sul prodotto, non si pensa al quadro meraviglioso che si potrebbe appendere grazie a quel chiodo: cioè che bisogna spostare il focus sui bisogni, sulle esigenze che grazie al prodotto/servizio si risolvono.
Anche per fare questi ragionamenti, sradicando la mentalità che ci appartiene in modo quasi “naturale” ci vuole in fondo coraggio: per cambiare dobbiamo formarci, ascoltare, leggere, sbagliare ma anche fidarci di qualcuno/qualcosa.
Senza voler esagerare ho pensato a questo pezzo di Antonello Venditti per infondermi (e spero che faccia lo stesso effetto anche a te) la giusta spinta che serve nella quotidianità per scegliere una forma di comunicazione che richiede costanza, pazienza ma che alla fine è quella che mi vedo cucito addosso.
Ho scelto di comunicare con i contenuti: in questo, sì, credo di aver avuto coraggio!