Nota per il lettore: questo articolo è stato scritto nel Giugno 2014, ho scelto di mantenerlo perché intravedo comunque una coerenza di fondo con quanto potrai leggere anche di più recente.
Social VS sito
Grazie ad un “amico di Facebook” ho potuto visionare questo video che ho trovato davvero interessante.
E mi ha fatto molto riflettere.
La tendenza è quella di utilizzare il social per promuoversi, snobbando la potenzialità di un “vecchio sito web”.
La tendenza estremista arriva a suggerire di non creare nulla in casa (cosa che genera inevitabili costi e capacità gestionali) ma utilizzare Facebook (ad esempio) per essere visibili e fidelizzare i nostri utenti/clienti o cercarne di nuovi.
Cosa c’è di male in tutto ciò? Nulla teoricamente.
Se non il solo fatto che, come descrive la sceneggiatura del video, regaliamo dati a soggetti terzi che non ce li faranno mai utilizzare.
Oltre a questo aspetto, però è l’altra tesi che proprio non mi vede concorde.
Una parte del mercato tende forse a sottovalutare questi aspetti lanciandosi senza paracadute su una strada facile, veloce e all’apparenza efficace.
Ma un sito web ben costruito e che sia capace di interagire e di “contenere” i dati è forse lo strumento migliore del quale ci si può dotare.
Soprattutto perché è casa tua e in casa tua le regole le detti TU.
A casa di Mark Zuckerberg è lui a dettare le regole.
E se ad un certo punto qualcosa andasse storto e l’azienda Facebook fallisse???
Rimarresti con un pugno di mosche…i tuoi sforzi sarebbero vanificati.
Trovo interessante un ragionamento di Paolo Prosperi , che propone in un articolo scritto due anni fa.
“Fai in modo di capitalizzare le relazioni che nascono dai social in modo da acquisirle nel tuo network e poterle mantenere anche senza il social.”
Andreas Voigt (creatore del portale Innovando) sostiene che “la morte dei siti web è ancora molto di là dal divenire” pur partendo dalla convinzione opposta riferita ad un suo pensiero di tempo addietro.
Era mia opinione fino a poco tempo fa che il sito web fosse istituzionalmente parlando ineccepibile ma che avrebbe man mano ceduto il passo…eppure i dati dicono il contrario.
L’integrazione del web 2.0 (oggi si parla di 4.0) fa sì che siano uno indispensabile all’altro, sempre senza ricadere nella cannibalizzazione vicendevole.
Luca Orlandini in un articolo dell’Ottobre 2012 per la community Joomla scrive in modo un po’ apocalittico
“ogni link che porta l’utente lontano dal nostro sito è il male. I social network sono una buona opportunità se usati con parsimonia: se non trasformiamo le nostre pagine in veicolo di spam, pubblicando qualsiasi cosa ci passi per la mente, e scriviamo SUL NOSTRO SITO contenuti unici e originali possiamo davvero utilizzarli a nostro vantaggio. Ma anche in questo caso è necessaria la giusta attenzione. Il concetto importante deve sempre essere: Dal web verso nostro sito, mai viceversa! …e una volta sul sito: Dalle pagine normali verso le landing page, mai viceversa! I visitatori sono importanti e si guadagnano con fatica, non mandateli via…”
Trovo interessante che si forniscano suggerimenti molto concreti e davvero preziosi: spendiamo molto del nostro tempo per comunicare il nostro “brand” e per ospitare utenti incuriositi o di passaggio, che sembra un controsenso indirizzarli altrove o dove vi potrebbero essere molte distrazioni più coinvolgenti di noi.
Per questo il primo “investimento” che si deve fare è quello di un’ottima indicizzazione sui motori di ricerca, i profili social dovrebbero venire di conseguenza (gratuiti e di facile apertura) per generare visite alla nostra vetrina.
Non sono troppo convinto della metafora web corpo e social voce (Manuela Gabrieli in http://www.marketinginbocconi.com/2013/11/realizzare-un-sito-internet-o-destinare.html)
perché ritengo che questi ultimi possano essere dei megafoni, non rivestono da soli un ruolo primario.
All’istituzionalità/corpo accennata prima, il web deve accompagnare “arti” capaci di catturare o trattenere, ammaliare e soddisfare in un certo senso il visitatore, che può tranquillamente essere richiamato da una voce amplificata anche altrove.
Sul blog di Data For Business un articolo del 2010 parla di dotare i propri siti di un’autenticazione sociale: “Anche questa è un’opzione sempre più utilizzata da chi “ha capito il gioco“. Si tratta di concedere ai visitatori l’autenticazione al proprio sito tramite le credenziali di accesso che essi utilizzano nei Social Network che utilizzano. Gli esempi più conosciuti sono rappresentati da “Facebook Connect” e “Twitter Connect”. Il vantaggio è evidentemente quello di creare maggiore facilità di interazione da parte del visitatore. D’altronde è noto che gli utenti detestano compilare form d’iscrizione, mentre in questo modo con un paio di click si è autenticati.”
Un’opzione, una scelta, o, forse, solo una possibile soluzione.